Matteo Armellini a lavoro

In memoria di Matteo Armellini

Matteo Armellini, rigger, ovvero operaio specializzato in alta quota, è morto sul lavoro il 5 marzo 2012, durante l’allestimento, a Reggio Calabria, del mega palco per il concerto nel quale si sarebbe dovuta esibire la cantante Laura Pausini. Aveva poco più di trent’anni, era laureato in lettere all’Università Roma Tre ed era un grande appassionato di cinema, animazione e fumetti.

La mamma di Matteo, Paola Armellini, deceduta a sua volta il 9 settembre 2022, aveva sempre rifiutato ogni offerta risarcitoria e si era battuta per quasi 9 anni al fine di ottenere una sentenza “giusta”, che individuasse le responsabilità dei committenti ed entrasse nella prassi giurisprudenziale a tutela dei rigger, lavoratori “invisibili”, ma ad alto rischio.

Così è stato: il 23.03.2021, dopo 40 udienze processuali, tenute nel Tribunale e nella Corte di Appello di Reggio Calabria e a cui Paola non era mai mancata, la Corte di Cassazione ha finalmente escluso in via definitiva che la morte di Matteo fosse dovuta a “incidente” e ha confermato le condanne per omicidio colposo a carico dei responsabili, già emesse al termine dei primi due gradi di giudizio.

A iter giudiziario concluso, l’intenzione di Paola Armellini era promuovere varie iniziative dedicate alla memoria del figlio. Sia attraverso la denuncia del fenomeno dei morti sul lavoro (più di 1200 solo nel 2022, di cui una buona parte giovanissimi) sia, in positivo, mirate a favorire la formazione di giovani che, impossibilitati a mantenersi agli studi, possano trovare l’opportunità di sviluppare i loro talenti.

Questa aula ne è testimonianza.

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© Anton Maksimov - Unsplash

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