Nicolo Bressan degli Antoni - intervista

Studies for a Close-Up. Intervista al regista Nicolò Bressan degli Antoni

In coincidenza della prossima presentazione del suo corto alla Festa del Cinema di Roma abbiamo intervistato il giovane regista Nicolò Bressan degli Antoni, formatosi in Anica Academy nei corsi “Creare Storie” e “Script in Progress”. Un’occasione per esplorare la genesi del suo progetto, ma anche per approfondire l’importanza dei volti nella narrazione e il desiderio di raccontare Roma da una prospettiva inedita.

Il prossimo 29 ottobre sarà proiettato alla Casa del Cinema in occasione della Festa del Cinema e all’interno della rassegna “Risonanze” il corto “Studies for a Close-Up”, di cui hai curato la regia. Una storia che vede protagonista Matteo, giovane e stravagante aspirante regista. Com’è nata l’idea di questo personaggio e come si è sviluppato il progetto?

 

Matteo è, senza dubbio, il mio alter ego. Rispecchia la mia vita nel periodo in cui sono arrivato a Roma. Prima di trasferirmi nella casa in cui abito, vivevo in un convento di frati, lavoravo in una storica gelateria del centro e, la notte, mi dedicavo al cinema scrivendo sceneggiature di cortometraggi che, in parte, ho poi realizzato. Ho scritto Studies for a close – up partendo da una mia passione che, col tempo, si è trasformata in un’ossessione: i volti. E, dai volti, è nata la domanda che sta alla base del film, ovvero, cosa racconta di noi il nostro volto? In realtà, dietro a questa domanda, se ne nasconde un’altra: chi sono? Chi siamo? Si, perché sul nostro volto c’è scritto chi siamo. Tra le pieghe, le rughe, le smorfie del volto di ognuno, è possibile leggere le nostre gioie e i nostri dolori. Tutto ciò che, nel bene e nel male, ci ha plasmato. Studies for a Close – up è anche una lettera d’amore al cinema, che ingloba il desiderio di fotografare Roma, città che amo profondamente e che mi ha accolto con amore materno, da una prospettiva diversa. È sempre stata raccontata la Roma della dolce vita, della grande bellezza. L’eterna città da cartolina. Il mio desiderio era, invece, quello di puntare la macchina da presa su altri monumenti: le persone che la vivono, dandole forma. Studies for a close up parla ad ognuno di noi. Della nostra vita, dei nostri ricordi, del nostro primo amore, della nostra famiglia e, ancora, dei nostri sogni e di quanto sia difficile, ma non impossibile, realizzarli.

Studies for a close up è un progetto che sulla carta sembrava irrealizzabile. Normalmente i cortometraggi si concentrano su pochi personaggi e limitate ambientazioni. In questo progetto, invece, si alternano una grande quantità di location sia in interni che in esterni, attori, figurazioni. Una grande sfida, soprattutto produttiva. Vinta grazie al lavoro di una grande squadra, che è diventata un po’ come una famiglia, e alla collaborazione con mio fratello Alvise, che dal mio primo cortometraggio si occupa della produzione. Per me è un faro di riferimento. So che con lui al timone della nave, tutto andrà nel verso giusto. La realizzazione del progetto è stata resa possibile anche grazie alla collaborazione con D-Hub Studios, Kublai Film e il supporto di Anica, Anica Academy e Roma Lazio Film Commission che, con entusiasmo, hanno da subito sostenuto il progetto.

 

Nel cast figurano alcuni nomi di rilievo, come quello di Silvio Orlando. Vuoi raccontarci com’è nata questa collaborazione e come si è inserita all’interno del corto?

 

Ho avuto la grande opportunità di realizzare il backstage di Ciarlatani, il nuovo spettacolo teatrale di Silvio Orlando, adattamento di Los Farsantes, opera scritta e diretta dal regista spagnolo Pablo Remòn, che nel 2023 ha avuto il suo debutto al Festival Dei Due Mondi di Spoleto. Le prove si sono tenute tra il Teatro Belli di Trastevere e il Teatro Argentina. Per un mese ho avuto il privilegio di seguire dietro la macchina da presa questo grandissimo attore. Per me è stata una preziosa palestra. In quel periodo stavo scrivendo la sceneggiatura di Studies for a Close-Up e iniziò a balenarmi l’idea di proporre una partecipazione nel corto a Silvio Orlando. Gliene parlai. Lesse la sceneggiatura e, con grande generosità ed entusiasmo decise di prendere parte al progetto. Un sogno diventato realtà.

 

Parliamo della tua formazione. Puoi raccontarci quali sono stati i passaggi fondamentali del tuo percorso e in quale modo hanno influito sulle tue scelte professionali e se avevi già scelto dall’inizio la strada della regia? Hai avuto occasione di creare sinergie e collaborazioni con i tuoi compagni di corso?

 

Ho sempre sentito dentro di me una fortissima attrazione per il cinema. Quando da piccolo entravo in una sala cinematografica, si spegnevano le luci e iniziava il film, ero convinto che quello fosse il posto più bello in cui vivere. Non nella realtà, ma in un altrove. Dopo la visione di Otto e mezzo di Federico Fellini, da più grande, ho capito con chiarezza che non avrei potuto fare altro nella vita. Nonostante avessi visto moltissimi film, soprattutto americani, mi resi conto di aver fatto per la prima volta una vera esperienza con la settima arte. Quando ti trovi di fronte ad un’opera così grande, si sprigiona davanti a te in tutta la sua bellezza e forza ammaliante la grandezza del cinema. E non puoi più farne a meno. Ho studiato storia del cinema all’università di Venezia e, poi, arrivato a Roma ho preso parte alla prima edizione di “Creare Storie” di Anica Academy. È stato un percorso entusiasmante in cui si sono create sinergie e un dialogo costante e continuo con i miei compagni di avventura, che mi ha permesso di allargare la mia visuale sul settore dell’audiovisivo. Oggi, più che mai, anche chi aspira a diventare regista è chiamato a conoscere e a tenere in considerazione le dinamiche che stanno alla base dello sviluppo, della produzione, della post produzione, e, non ultima, la distribuzione.

 

“Studies for a close-up” è il quarto corto che realizzi. Quali sono i limiti e i vantaggi di questa particolare forma di racconto? Hai già pensato ad un prossimo progetto per un lungometraggio?

 

Il cortometraggio è un laboratorio magico. È una straordinaria palestra che ti permette di metterti ogni volta alla prova. Di guardare il prodotto finito e analizzarlo. Capire cosa ha funzionato e cosa invece meno, per correggere il tiro con il progetto successivo. Ti garantisce la totale libertà di sperimentare, di azzardare forme di racconto e messa in scena non convenzionali. Di contro, per realizzare un cortometraggio, la ricerca di finanze è sempre complessa e alquanto farraginosa. Inoltre, personalmente, trovo un grande scoglio nel poco tempo, a livello di minutaggio, che si porta con sé il cortometraggio. Mi rendo conto, che le mie storie fanno fatica ad essere sintetizzate e compresse in un breve arco temporale. Per questo motivo, grazie al percorso intrapreso con il workshop Script in progress, sto lavorando per portare alla luce quello che mi auguro possa essere il mio primo lungometraggio: Queen of the Night.

Nicolo Bressan degli Antoni - biografia

NICOLÒ BRESSAN DEGLI ANTONI

Nicolò Bressan Degli Antoni è nato a Venezia nel 1998. Si laurea con lode in Conservazione e Gestione dei Beni e delle Attività Culturali all’Università Ca’ Foscari di Venezia, con la tesi dal titolo: Fellini onirico: spunti per una lettura psicanalitica dell’immaginario felliniano”.

Nel 2021 matura due esperienze in qualitàdi assistente alla regia per la serie Rai “Non mi lasciare” regia di Ciro Visco, e il film inglese Netflix “The Beautiful Game” regia di Thea Sharrock. Nel 2021 dirige il suo primo cortometraggio, “Stiglitz”, miglior cortometraggio sperimentale al Tokyo Shorts Film Festival e al Vienna Independent Short film Festival. Nello stesso anno si trasferisce a Roma, dove frequenta il corso di alta formazione cinematografica “Creare Storie” di Anica Academy. Nel 2022 dirige il suo secondo cortometraggio, “Metamorphosis” esposto nella cornice della Serra dei Giardini della Biennale durante la settimana della 79 Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Nel 2023 dirige “Rebus”, il suo terzo cortometraggio, presentato in concorso all’Edera Film Festival. Nel 2023 dirige il backstage dello spettacolo teatrale “Ciarlatani” di Pablo Remòn con Silvio Orlando presentato alla 66 esima edizione del Festival dei due mondi di Spoleto.

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© Anton Maksimov - Unsplash

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